Quanto qui
esposto, ha
come utilità
quella di
inquadrare
l'esatta
radice del
sacro fare
nel Nostro
Venerabile
Ordine. Nel
corpus
rituale
degli Eletti
Cohen non
esiste un
utilizzo
organico e
ad ampio
spettro dei
Salmi. I
complessi
rituali
delle
operazioni
riportati
nel
Manoscritto
di Algeri si
avvalgono
infatti di
lunghe e
spesso
ridondanti
invocazioni
tipiche
della
poetica di
Martinez De
Pasqually ma
nemmeno
troppo
distanti
dalle
invocazioni
presenti nei
più noti
grimori
magici del
Medioevo. A
prima vista
stupisce
notare
questa
lacuna,
tanto più
che la
tradizione
magica e
occulta
successiva
all’esperienza
Cohen ha
fatto ampio
uso dei
Salmi, come
testimoniano
ad esempio
l’opera
dell’Abate
Julio, la
scuola
kremmerziana
e il
Martinismo.
Il sistema
Cohen, a cui
non si è
ancora, e
forse mai
accadrà,
attribuita
un’etichetta,
indubbiamente
pesca a
piene mani
dalla
tradizione
ebraica a e
al tempo
stesso dalla
tradizione
cristiana,
senza
abbracciare
nessuna
delle due
esplicitamente,
al punto che
si potrebbe
veramente
ritenere che
non vi sia
null’altro
che novità e
desiderio di
originalità.
Stupisce
quindi che
da queste
due fonti
che sono
accomunate
dall’utilizzo
dei Salmi di
Davide,
Martinez De
Pasqually
abbia
attinto così
poco. Così
poco, ma in
realtà in
maniera
molto
significativa,
a ribadire,
se ve ne
fosse stata
la necessità,
che nel
sistema
teurgico
Cohen nulla
è lasciato
al caso.
L’uso attivo
dei salmi di
Davide
compare
solamente
negli “Statuti
Segreti dei
R+” all’Articolo
39, dove
viene
descritto il
“Rito per
recitare i
Salmi
penitenziari”.
Facciamo un
passo
indietro. I
salmi
penitenziali,
che sono in
numero di
sette, sono
stati
identificati
come tali,
per il loro
contenuto,
da S.
Agostino e
si tratta,
in ordine,
dei Salmi 6,
31, 37, 50,
101, 129,
149 (la
numerazione
cambia nella
versione dei
LXX). Nella
tradizione
religiosa
vengono
recitati
prima di
dormire o a
seguito
della
Confessione
come atto di
penitenza.
Tra questi 7
salmi, i più
noti
probabilmente
il Salmo 50,
più
conosciuto
come
Miserere (usato
in ambito
esoterico ad
esempio
nella
tradizione
kremmerziana)
e il 129,
conosciuto
anche come
De Profundis.
Nel
Manoscritto
di Algeri
l’indicazione
è quella di
utilizzare i
sette salmi
durante i
giorni della
grande
operazione
equinoziale
(che in
definitiva è
un grande
esorcismo),
in
particolare
questo viene
descritto
come un
appannaggio
dei R+, ma
anche dei
Grandi
Architetti e
dei
Cavalieri
d’Oriente,
quindi in
definitiva
degli
appartenenti
agli Alti
Gradi e alla
Classe
Segreta,
seppur con
modalità
leggermente
diverse; si
scrive
infatti “E’
di esclusiva
spettanza,
ai M. e agli
apprendisti
R+ recitare
i sette
salmi tutti
in
successione
durante i
giorni dei
lavori o una
volta a ogni
rinnovo
della luna,
come sono
impegnati e
obbligati in
virtù della
loro
ordinazione.
I Gr. Arch.
e i
Cavalieri di
Oriente
potranno
recitare
soltanto un
salmo al
giorno dei
sette giorni
suddetti”.
Nello stesso
articolo
viene
descritta in
dettaglio la
ritualità
per la
recita dei
salmi dei R+
.
Dall’osservazione
di questi
pochi
elementi
scaturiscono
alcune
riflessioni
che nelle
righe
seguenti si
tenta di
delineare.
Mi rendo
conto che
non sono
analisi
approfondite,
l’intera
opera legata
agli Eletti
Cohen e agli
scritti di
Pasqually
andrebbe
analizzata a
fondo ma non
è questo lo
spazio
adatto per
farlo.
Perché i
salmi
penitenziali?
Come altri
elementi
della
tradizione
cristiana (nomi
dei
Patriarchi,
Litanie dei
Santi ecc),
anche questi
vengono
inclusi
nell’operatività
Cohen senza
apportare
modifiche.
Non
renderebbe
giustizia
alla
complessità
del sistema
Cohen
presumere
che queste
scelte siano
casuali o
prive di
significato.
Martinez De
Pasqually e
i Cohen
vivevano in
una nazione
cattolica e
in piena
cultura
cristiana,
ma a mio
avviso c’è
dell’altro,
ovvero il
tentativo di
recuperare
alcuni
importanti
elementi
della
tradizione
recanti in
sé quel
carattere
sacerdotale
e il sigillo
del Culto
Divino che,
nella
visione del
Trattato,
sono il
cuore
pulsante di
ogni
autentica
tradizione
sacerdotale.
Nonostante i
chiari
esempi del
background
ebraico (o
per meglio
dire,
cabalistico)
di Pasqually
(vedasi ad
esempio
l’indicazione
del sabato
come
autentico
primo giorno
della
settimana “temporale
e spirituale”,
in polemica
con i
cristiani[4]
o la
polemica
contro la
teologia
trinitaria
presente nel
Trattato),
in questo
frangente la
scelta di
rifarsi alla
categorizzazione
dei salmi
penitenziali
operata da
Agostino e
l’uso della
versione dei
LXX in
latino, in
luogo
dell’uso di
tali salmi
in ebraico,
denotano
probabilmente
la tendenza
a costruire
un ponte tra
tradizione
ebraica e
cristiana
alla luce
del Culto
Divino, cosa
tutt’altro
che strana
nel sistema
Cohen.
Altra
riflessione
scaturisce
sul tema del
numero sette,
che permea
l’intera
parte del
Manoscritto
relativa
all’operazione
equinoziale
e non solo.
Del
settenario
il
Trattato
dice “(…)
è il numero
perfettissimo
di cui si è
servito Dio
per
emancipare
ogni spirito
fuori
dall’immensità
divina (…)
possiamo
concepire
meglio le
facoltà ed
il potere di
questi
agenti
settenari
sugli esseri
corporei
solo per
mezzo delle
svariate
operazioni
che gli
stessi
minori
creano con
le loro
azioni sulle
proprie
forme e che
avvengono
agli occhi
dei loro
simili”
e “Spiega
il
laceramento
e la discesa
dei sette
cieli
planetari i
quali
nascondono
con i loro
corpi di
materia, la
grande luce
divina che
regna nel
supereceleste
ai minori
spirituali”,
a proposito
della
lacerazione
del velo del
Sancta
Sanctorum.
Non è quindi
casuale e
nemmeno
banalmente
strumentale
che la
scelta sia
ricaduta sui
sette salmi
penitenziali,
che alla
luce del
rituale
suggerito ma
soprattutto
delle
istruzioni
equinoziali
relative ai
giorni della
settimana
attribuiti
alle
intelligenze
planetarie,
potrebbero
essere quasi
associati a
dei salmi
planetari.
L’associazione
è ovviamente
indiretta,
ma in virtù
dell’ordine
in cui sono
recitati e
ai
significati
occulti
degli enti
planetari,
sembra
delinearsi
un
particolare
percorso di
purificazione.
Si faccia
caso al
seguente
schema, che
stabilisce
un nesso tra
i salmi
penitenziali,
nell’ordine
progressivo
in cui
appaiono
secondo la
numerazione,
e i giorni
della
settimana
con i
relativi
cambiamenti
apportati
dalla
dottrina
Cohen:
GIORNO DELLA SETTIMANA
|
ATTRIBUZIONE PLANETARIA EX. ART 36
|
NOME IMMUTABILE DEL CORPO PLANETARIO
|
SIGNIFICATO DEL NOME IMMUTABILE
|
SALMO
|
VERSETTO INIZIALE IN LATINO
|
VERSETTO INIZIALE IN ITALIANO
|
POSIZIONE RITUALE
|
SABATO
|
Sole
|
Solaïn
|
Reazione spirituale elementare
|
6
|
Domine, ne in furore tuo arguas me, neque in ira tua corripias me
|
Signore, non punirmi nel tuo sdegno, non castigarmi nel tuo furore
|
Ovest
|
DOMENICA
|
Mercurio
|
Meraï
|
Reazione spirituale divina in favore dell’uomo Dio sulla Terra
|
31
|
Beatus vir, cui non imputavit Dominus peccatum
|
Beato l’uomo a cui è tolta la colpa e coperto il peccato
|
Nord
|
LUNEDI’
|
Marte
|
Maïr
|
Reazione vegetativa delle essenze spiritose temporali dei corpi materiali terrestri ed elementari
|
37
|
Domine, ne in furore tuo arguas me, neque in ira tua corripias me
|
Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, non punirmi nella tua ira
|
Sud
|
MARTEDI’
|
Giove
|
Ïova
|
Putrefazione temporale e corruzione spirituale
|
50
|
Miserere mei Deus, secundum magnum misericordia tua. Et secundum moltitudine miserationum tuarum, dele iniquitatem meam
|
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato
|
Centro
|
MERCOLEDI’
|
Venere
|
Vaour
|
Riproduzione corporale temporale e corruzione spirituale
|
101
|
Domine, exaudi orationem meam: et clamor meus ad te veniat
|
Signore, ascolta la mia preghiera, a te giunga il mio grido
|
Est
|
GIOVEDI’
|
Luna
|
Ouva
|
Luce di tenebre
|
129
|
De profundis calavi ad te Domine
|
Dal profondo a te grido, o Signore
|
Centro
|
VENERDI’
|
Saturno
|
Sabataïr
|
Riposo e riconciliazione spirituale divina
|
142
|
Domine exaudi orationem meam: auribus percipe obsecrationem meam in veritate tua: exaudi me in tua iustitia
|
Signore, ascolta la mia preghiera, porgi l’orecchio alla mia supplica, tu che sei fedele, e per la tua giustizia rispondimi
|
Nord-Ovest
|
Nel rituale
R+ si
eseguono
prostrazioni
ad ogni
angolo,
seguite
dalla recite
di uno dei
sette salmi
penitenziali,
secondo un
ordine
indicato. Se
proviamo ad
usare la
tabella
delle
attribuzioni,
noteremo che
l’ordine è
il seguente:
OVEST -
SALMO 6 -
SOLE
NORD - SALMO
31 -
MERCURIO
SUD - SALMO
37 - MARTE
EST - SALMO
101 - VENERE
CENTRO -
SALMO 50 -
GIOVE
CENTRO -
SALMO 129 -
LUNA
NORD-OVEST -
SALMO 142 -
SATURNO
Noteremo
dunque che
viene
effettuata
un’inversione
nell’ordine
dei salmi,
precisamente
il salmo 101
viene
anteposto al
salmo 50,
ribaltando
l’ordine
progressivo,
così come lo
stesso
movimento
intorno al
cerchio non
segue un
andamento
circolare,
ma subisce
un “attorcigliamento”
con il
passaggio
diretto da
Nord a Sud,
e poi il
passaggio a
Est. La
lettura dei
significati
occulti dei
nomi
planetari
attribuiti
sul
Manoscritto
accostata
alla lettura
del primo
versetto di
ogni salmo
(e Martinez
non
identifica i
salmi
penitenziali
col loro
numero
progressivo,
bensì
citando le
prima
parole)
sembra
ricostruire
un ideale
percorso in
cui,
partendo
dalla
manifestazione
terrena,
attraverso
la preghiera
intima, si
entra in uno
stato di
dissoluzione
profonda che
porta la
luce a
scaturire
dalle
tenebre e ad
aprire la
porta alla
giustizia di
Dio, la
Riconciliazione.
Per essere
più precisi:
Angolo Ovest
- “Reazione
spirituale
elementare”
: le
parole
chiave del
salmo 6 sono
ira e furore,
sembrano lo
scaturire
prepotente
del
cambiamento
spirituale
nella vita
del Minore.
E’ il Sole
che brucia.
Angolo Nord
- “Reazione
spirituale
divina in
favore
dell’uomo
Dio sulla
Terra”:
le parole
del salmo 31
sono
incredibilmente
affini a
questa
descrizione,
sembrano
parlare
della
possibilità
che viene
data
all’Uomo
ancora una
volta di
redimersi
rispetto
alla
prevaricazione.
Angolo Sud -
“Reazione
vegetativa
delle
essenze
spiritose
temporali
dei corpi
materiali
terrestri ed
elementari”.
Ritornano le
parole del
salmo 6, ma
con una
modifica: al
furore si è
sostituita
l’ira, con
un’accezione
lievemente
diversa.
Angolo Est -
“Riproduzione
corporale
temporale e
corruzione
spirituale”:
è
interessante
notare come,
in virtù di
queste
attribuzioni,
venga
eseguito un
salto dalla
genialità di
Marte (Sud)
a quella di
Venere (Est),
ricordandoci
cosa dice la
mitologia
greca a
proposito
del rapporto
tra Ares e
Afrodite (assimilati
dai Romani a
Mars e
Venus). Le
parole del
salmo
indicano il
grido della
preghiera,
la
disperazione
del Minore
che
prolifera
nella forma
corporale e
si allontana
dalla sua
origine
divina. E’
l’inizio del
pentimento
che apre la
strada alla
Riconciliazione.
Centro - “Putrefazione
temporale e
corruzione
spirituale”:
è il grido
del
Miserere, è
il momento
in cui ci si
avvita su
stessi, al
centro del
cerchio, che
visto
secondo la
geometria
Cohen è il
punto
mediano
dell’umano.
E’ il
momento in
cui alla
proliferazione
temporale
sopraggiunge
la
putrefazione
temporale,
l’inizio
della
dissoluzione
delle
concrezioni.
Centro -
“Luce di
Tenebre”:
è il momento
del De
Profundis,
della
discesa agli
inferi e
dell’opera
al nero
alchemica.
Nella
dottrina
Cohen
operativa, è
la Luna
detta Ouva,
che contiene
il seme
della Luce.
Per i
cattolici e
gli
ortodossi, è
interessante
sondare i
significati
che si
evidenziano
paragonando
questa fase
a Maria
Vergine e
ricordando
l’incipit
del Vangelo
di San
Giovanni “Et
lux in
tenebrosi
lucet”.
Ricordiamo
anche che il
Salmo 129 è
conosciuto
come “Canto
delle
Ascensioni”.
Nord-Ovest -
“Riposo e
Riconciliazione
spirituale
divina”:
in Genesi il
settimo
giorno è il
giorno del
riposo di
Dio e della
contemplazione
del Creato,
così come in
questo
ideale
percorso di
purificazione
alla luce
del
Settenario,
è il momento
della
Riconciliazione
che da un
significato
al seme di
luce che
sorge dalle
tenebre. E’
il pianeta
Saturno, non
il Sole
visibile,
non il
luminare, ma
il Tempo che
tutto
inghiotte.
Questo
aspetto
stimola
interessanti
riflessioni
sul rapporto
tra tempo e
non-tempo
nella
dottrina
della
Reintegrazione,
sul Tempo
come
allontanamento
da Dio ma al
tempo stesso
sul Tempo
come porta
per
l’infinito.
Non a caso,
sempre nelle
Istruzioni
Segrete per
l’operazione
equinoziale,
all’Art. 12,
viene
descritto il
luogo in cui
avverranno
le
operazioni,
il quale non
deve avere
altre
aperture se
non una
finestra sul
lato Nord-Ovest.
Le parole
del samo 142
in questo
caso evocano
di nuovo
l’Uomo
implorante
Dio per
ottenere la
Riconciliazione,
ma non
un’invocazione
disperata e
sorda, bensì
nel nome
della
Giustizia di
Dio (exaudi
me in tua
iustitia),
che riguarda
l’eternità e
non la
temporalità.
Ci sono
altre
riflessioni
interessanti,
ad esempio
in merito
allo schema
geometrico
che viene
disegnato
nel rituale
dei salmi
penitenziali.
Con le prime
tre
riverenze a
Ovest, Nord
e Sud si
ricostruisce
la forma
della Terra
nella Figura
Universale,
ovvero un
triangolo
con il
vertice in
basso, che
rappresenta
il
Microcosmo e
i cui tre
vertici sono
riconducibili
alle tre
essenze di
Mercurio,
Sale e
Zolfo. Il
movimento
dal Sud
all’Est, già
evidenziato
nello schema
precedente,
viene in
questo caso
ulteriormente
ribadito
ricorrendo
allo schema
del
Tabernacolo,
descritto
nel Trattato.
All’Oriente
è attribuita,
nel
Tabernacolo,
la sua prima
porta che è
il cuore, da
dove si
inizia il
viaggio nel
mondo dello
Spirito. Non
a caso Mosé
entra nel
Tempio, che
il
Tabernacolo,
per parlare
con gli
Spiriti
Settenari,
cioè divini.
Nel rituale
dei salmi,
il R+ si
trova, dopo
l’Est, al
centro, e il
centro nella
dottrina
Cohen
rappresenta
il punto di
equilibrio
del
Microcosmo,
la vetta più
alta dalla
quale si
accede alla
comunicazione
col mondo
divino. non
è a mio
avviso
casuale che
i due salmi
penitenziali
più
conosciuti,
il Miserere
e il De
Profundis,
siano qui
recitati al
centro,
quasi a
denotare che
maggiore è
l’umiltà,
maggiore è
la
contrizione
e la
dissoluzione
delle
influenze
prevaricatrici,
maggiori
sono le
vette
spirituali e
maggiore è
l’equilibrio
che si può
raggiungere.
Sempre nel
Trattato
infatti si
dice che Noè
fosse al
centro della
Terra, cioè
in una
posizione
puntiforme
al centro
del
Triangolo,
dopo averla
spartita tra
i suoi
discendenti.
Il De
Profundis è
il salmo che
viene
richiesto di
recitare
agli
affiliati ai
gradi
elevati
della scala
Cohen
durante un
breve
rituale che
comprende
un’invocazione
e la recita
del salmo,
da eseguirsi
tutti i
venerdì
all’ora nona
in regime di
digiuno e
astinenza.
Viene citata
come analoga
all’invocazione
che fece
Cristo
all’ora nona
prima della
sua morte
temporale, e
come detto
in
precedenza,
tale
utilizzo del
salmo si
riallaccia
all’idea
dell’abbandono
dello stato
di
temporalità
per lo stato
di
spiritualità
e non-temporalità.
Il rituale,
da eseguirsi
principalmente
il Venerdì
Santo (e qui
ritorna
l’uso
piuttosto
pregnante e
significativo
della
tradizione
cattolica),
prevede
un’invocazione
ed una serie
di esorcismi[6].
Ulteriori e
approfondite
analisi
meriterebbero
molte più
pagine. Sia
sufficiente
in questo
contesto
lanciare
spunti di
riflessione,
ma
soprattutto
stimolare la
curiosità su
un metodo,
quello della
teurgia
Cohen, che
tanta
curiosità ha
suscitato,
ma poca
fattiva
analisi ha
generato. In
teurgia si
sottolinea
sempre che
nulla è
lasciato al
caso, e
ritengo che
Martinez,
pur nella
sua
incompiutezza
e ambiguità,
abbia
dimostrato
che nulla
veramente è
lasciato al
caso, e che
la
tradizione
non è
lettera
morta ma
strumento
vivo e
vivificante.

SEZIONE
"CULTO
DIVINO"