L’autosservazione,
nelle sue
articolazioni
introspezione
e
retrospezione,
è la
capacità di
ognuno di
noi di
determinare
quale parte
della
struttura
psicologica,
in che modo,
in quale
tempo, e in
quale luogo,
sta agendo.
Fuggendo
dalle ardite
metafore,
semplicemente
possiamo
affermare
che
l'autosservazione
è quel
requisito
operativo
necessario
ed
indispensabile,
al fine di
poter
proseguire
lungo la via
della nostra
conoscenza
intima.
Non è
possibile
procedere
lungo il
cammino
interiore,
senza
interrogarsi
costantemente
in merito al
nostro stato
dell'essere.
L'assenza di
tale
cognizione è
paragonabile
al procedere
lungo una
strada
avendo come
mezzo di
trasporto
una macchina
di cui non
conosciamo
il
funzionamento,
e
l'autonomia.
Purtroppo in
genere
assistiamo
proprio a
ciò: una
moltitudine
esprime
pensieri
sofisticatissimi
su Dio, il
motivo della
vita,
l'umanità,
senza avere
la minima
cognizione
di causa di
se stessa,
infrangendo
così
l'antico
monito: UOMO
CONOSCI TE
STESSO.
Può ciò che
è
indeterminato
e cieco
rispetto a
se stesso,
determinare
e vedere ciò
che per sua
natura è
posto oltre?
Sicuramente
no.
Ovviamente
ognuno di
noi ha una
capacità di
autosservarsi
in base al
proprio
livello
dell'essere.
È necessario
affermare
che
sussistono i
seguenti
stati
dell'essere:
Illico:
una persona
completamente
avviluppata
dalle cose
di questo
mondo, preda
di istinti,
desideri e
bisogni.
Tale persona
è impedita,
dalla
propria
struttura
psicologica,
ad
intraprendere
qualsiasi
percorso di
autoconsapevolezza.
Psichico:
una persona
che è
sottoposta
sia alla
pressione
del mondo
esterno, sia
alla spinta
verso la
conoscenza
da parte
d’istanze
interiori
non
completamente
sviluppate,
ma comunque
presenti e
capaci di
influenzare
l'agire e la
prospettiva.
Pneumatico:
una persona
che è
completamente
rivolta alla
conoscenza
interiore,
in grado di
disporre in
modo
funzionale
della
propria
struttura
psicologica,
e rimanere
così
impermeabile
alle
pressioni
esterne.
È
perfettamente
ovvio che
tali stati
non sono
dati ed
immodificabili,
ma che
ognuno di
noi può
transitare
dal basso
verso l'alto,
o dall'alto
verso il
basso.
Il
primo
esercizio
utile per
sviluppare
l'autosservazione
è la chiave
"SOLO".
Tale chiave
è un
acronimo
composto
dalle Soggetto
- Oggetto
- Luogo
- Ora.
Di ogni
nostra
azione,
comportamento,
pensiero,
DOBBIAMO
essere in
grado di
rispondere
alle
seguenti
domande:
Chi sta
agendo?
Su cosa sta
agendo?
In che luogo
sta agendo?
In che tempo
sta agendo?
Ogni tanto
ci
risvegliamo
dal nostro
sonno
ipnotico,
dalla
cantilena
interiore, e
ci chiediamo
come abbiamo
fatto a
finire in un
dato luogo o
in una data
situazione.
Il nostro
sonnambulismo
determina
che singole
parti della
nostra
struttura
psicologica
assumano, in
modo
transitorio
e caduco, il
comando del
nostro
composito
modo di
essere umani.
Spesso
con
risultati
disastrosi,
spesso con
esiti non
voluti e
disfunzionali.
Tutto questo
ci impedisce
di liberarci,
di
percorrere
il percorso
dell’Unione
Spirituale.
Esercizio
Questo
primo
esercizio
consiste nel
predisporre
un allarme
al proprio
orologio o
cellulare,
che si
ripeta per
cicli
costanti (tre
ore, quattro
ore, due
ore, ecc.…).
Ogni volta
che la
suoneria ci
riporta ad
un sussulto
di presenza
chiedersi:
Chi
ha compiuto
l'azione
precedente
al suono
della
sveglia?
Cosa
realmente si
voleva
ottenere con
tale azione
o tale
pensiero?
Dove mi
trovo
realmente,
oppure tale
azione o
pensiero
dove stavano
sviluppando
la loro
azione?
In che tempo
gli effetti
di questa
azione
andavano a
maturare?
Esercizio
Un
secondo
esercizio è
quello
legato
all'indagine
attorno gli
accadimenti
maggiormente
significativi
della nostra
giornata.
Quando
accade
qualcosa che
ritieni
essere
psicologicamente,
fisicamente
o
emotivamente
rilevante
prendi nota
del luogo,
del modo, e
del tempo in
cui questo
si è
verificato.
Successivamente
quando sei
in un luogo
adatto,
rilassati e
cerca di
rivivere
tutto
l'accadimento
come in un
film dove
sei lo
spettatore.
Manda avanti
e indietro
il filmato
fino quando
non ne avrai
compreso la
meccanica,
ogni singolo
frame, ogni
interazione.
Poi riassumi
in una
singola
immagine.
Ponila al
centro della
tua
meditazione,
cerca di
convogliare
su di essa
tutta la
presenza,
l’attenzione,
il pensiero
e l’energia.
Agisci come
se tale
immagine
fosse il
centro di un
vortice, e
le varie
onde la tua
azione
concentrica
tesa a
comprenderla
intimamente.
Entra
dentro il
fulcro di
questa
immagine,
deflorala,
ed osserva
cosa
realmente
c’è dietro:
chi
veramente
l’anima e le
imprime
forma e
sostanza.
Quanto
apparirà è
l'agente, la
parte
psicologica,
che ha
ispirato
l'accadimento
di cui
l'immagine è
la sintesi.