La via che
propone il
Sovrano
Ordine
Gnostico
Martinista,
all’uomo
contemporaneo,
si regge su
tre pilastri.
Il primo è
rappresentato
dallo studio
di testi
storici,
filosofici e
tradizionali.
E’ questo il
sentiero
della
sapienza,
atto a
fornire al
fratello i
giusti
elementi
conoscitivi
per
districarsi
dalle tante
menzogne,
dalle
innumerevoli
suggestioni
e dalla
miriade di
illusioni
che il
teatrino
dell’occultismo
e della
falsa
iniziazione
offre
costantemente
agli
sprovveduti.
Il secondo è
rappresentato
dal ferreo
lavoro
rituale. E’
attraverso
il lavoro
rituale che
il Culto
Divino
prende forma
e al
contempo che
l’energia
eggregorica
sovrasta e
raccoglie i
fratelli
tutti. Tale
opera si
struttura,
in forza
delle
caratteristiche
dei fratelli,
nei tre
gradi del
Nostro
Ordine in
una
ritualità
individuale
e collettiva
che si
compone di
pratiche
teurgiche,
terapeutiche,
apotropaiche
e
sacerdotali.
Il terzo
pilastro è
il lavoro
interiore
individuale.
Esso è
fondamentale
e precede,
segue e
completa gli
altri due.
Possiamo
consideralo
come “conditio
sine qua
non” in
assenza
della quale
tutto rimane
su di un
nebuloso
piano,
animato
dalle ombre
dell’ego.
Infatti è
solamente la
conoscenza
intima che
permette di
comprendere
i motivi
reali del
nostro
pensare e
del nostro
agire; è
solamente la
conoscenza
intima che
ci permette
di
comprendere
quanto è
foriero di
rovina
spirituale;
è solamente
la
conoscenza
intima che
ci conduce a
liberarci
del giogo
dei
prevaricatori.
Ogni pratica,
fratelli ed
amici, nasce
dall’uomo e
nell’uomo
trova punto
di emersione
e fulcro nel
cuore. Il
cuore è
l’estrema
sintesi
dell’intelletto
e del vitale;
e la sua
rettificazione
è oggi
urgente ed
indispensabile.
L’errore di
tanti “iniziati”
e cercatori
è quello di
ritenere che
la via sia
loro dovuto,
che la via
si
estrinsechi
in un egoico
percorso di
perfezionamento,
o, peggio
ancora, di
acquisizioni
di futili ed
illusori
poteri.
Purtroppo il
lamento
dell’impotente
non è canto
gradito alla
Dea
Conoscenza.
Come
potrebbe la
magia, che è
atto di
assoluta
potenza,
trarre mossa
da uno stato
di bisogno?
Non può.
Ecco quindi
la prima
raccomandazione.
Imparate a
praticare
per servire
un’idea
superiore e
non il
vostro ego.
Chiedete
nella misura
dell’utile,
in quanto è
nella
morigeratezza
che il
saggio
riconosce il
buono e
l’utile.
Sappiate
indagare sui
vostri agiti,
sulle vostre
necessità e
smascherate
quei
pensieri e
quelle
azioni di
forma nobile,
ma che
nascondo una
delle sette
teste del
dragone
chiamato
ego. Inoltre,
amici miei,
un’ultima
raccomandazione.
Il luogo
dove
praticare è
essenziale.
Esso deve
essere un
luogo scevro
da cattivi
odori, da
disordine,
da
commistioni
e da quanto
a livello
quaternario
possa
esaltare
agenti
inerziali ed
opponenti
alla ricerca
della
Conoscenza.
Questo luogo
deve essere
raccolto, ma
non angusto,
deve essere
santificato
dalla vostra
costante
presenza
operativa e
dal vostro
pensiero
teso alla
ricerca di
un Sacro che
si manifesta
nell’uomo,
ma che è
posto oltre
l’uomo e la
caduca
manifestazione.
Quindi
individuate
tale luogo,
purificatelo
con
l’incenso o
il suono di
una
campanella,
o una
preghiera o
un rito a
voi
congeniale e
date cadenza
regolare
alla vostra
pratica.
Inoltre, e
qui concludo,
ricordatevi
che TUTTO E’
ENERGIA. Noi
traiamo
sostentamento
da alimenti,
ma noi siamo
alimento per
altro.
L’uomo
inconsapevole
si nutre
inconsapevolmente,
e l’uomo
inconsapevole
è nutrimento
per enti
consapevoli.
Impariamo a
ridurre il
dispendio di
energia,
rimuovendo
il nostro
eccesso nel
parlare,
nell’agire e
nell’organizzare
il nostro
pensiero.
MODO
INDICATIVO E
TEMPO
PRESENTE,
non
cerchiamo
altro e
tutto
troveremo
Ecco quindi
alcuni utili
esercizi con
cui
cimentarti
nella tua
pratica
quotidiana,
e che ti
offrono un
seppur
esiguo
spaccato del
tipo di
lavoro che
noi
suggeriamo.