Nessun uomo
è un'isola!
Grande è
questa
verità, che
ricorda -
con poche
lapidarie
parole -
l'interconnessione
esistente
fra tutti
gli esseri
umani. Una
connessione
che se
vissuta
inconsapevolmente
può condurre
a grandi
rovine, ma
se compresa
nei suoi
aspetti
sottili può
permettere
ad ognuno di
noi di
protendersi
verso il
cielo.
Crediamo
fermamente
in ciò e al
contempo
siamo
consapevoli
delle gravi
limitazioni
fisiche di
questi
strani tempi
e del loro
corrosivo
agire
sull'articolata
composizione
dell'uomo.
In
considerazione
di ciò
abbiamo
deciso di
creare dei
canali
operativi-rituali
per
permettere a
tutti coloro
che lo
desiderano
di poter
intraprendere
un percorso
di
silenziosa
ed
individuale
Opera
Interiore.
Oltre ad
aver
previsto un
percorso da
"uditore"
(uomini e
donne che
ancora non
hanno
ricevuto la
nostra
iniziazione,
ma che
giornalmente
operano
ritualmente),
l'Ordine
pone a
disposizione
alcune porte
di pratica
strutturata.
Una è quelle
che segue:
All'Interno
del Nostro
Ordine sono
operative “catene”
atte a
garantire
l’integrità
e il
benessere
dei fratelli.
Queste “catene”
sono
composte da
fratelli
qualificati,
che hanno
saputo
dimostrare
nel corso
degli anni
una
particolare
attitudine
nei
confronti
dei
particolari
compiti ad
essi
riservati.
Costanti
purificazioni,
meditazioni
e pratiche
rituali
hanno
permesso
loro di
affinare
quelle
qualità ed
abilità
sottili che
sono così
adesso poste
al servizio
della
comunità
tutta. Il
loro lavoro
silenzioso
si svolge in
precisi
giorni e
date ore –
per meglio
sfruttare
determinate
“coincidenze”
energetiche
- attraverso
la
ripetizione
di salmi
accuratamente
scelti e
recitati in
quelle forme
atte a
svilupparne
consapevolmente
la
millenaria
energia in
essi
raccolta.
Sarà poi
colui che
regge la
catena ad
indirizzare
al meglio
questo
energie in
forza delle
esigenze del
singolo o
della
fratellanza.
Purtroppo
quello che a
molti sfugge
è la
comprensione
del duro
viatico
necessario
per lavorare
realmente e
proficuamente
in questo
modo. Il
lavoro
rituale “in
catena” non
è un premio
e neppure un
qualcosa di
dovuto, ma
il punto
terminale di
una dura
preparazione.
Per questo
amiamo
ricordare
che la
nostra via
non è un
orpello per
l’ego
dolorante,
ma un vero e
proprio
cimento
all’interno
di quel
combattimento
spirituale
da sempre in
essere.
Uno di
questo
momenti
operativi è
rappresentato
dalla
“catena
terapeutica”.
Alla sera
del
mercoledì,
sotto gli
auspici di
Raphael, i
fratelli si
accingono al
collegamento
eggregorico
attraverso i
tempi, le
cadenze, i
gesti e gli
strumenti
che
compongono
questo rito
collettivo
da cui si
irradia una
benefica
energia.
Fortemente
crediamo che
l’essere
umano
disponga non
solamente di
un sistema
immunitario
“naturale”,
ma anche – e
soprattutto
– di un
sistema
immunitario
dell’anima.
Ovviamente
essi sono
cosa unica
nella loro
azione
protesa alla
tutela e
alla difesa
di quel
composito
mosaico che
è l’uomo:
l’uno agisce
contro i
patogeni che
aggrediscono
il nostro
corpo e
l’altro
contro
l’azione
degli agenti
– larve,
eggregore
malefiche,
prevaricatori
ecc. – che
insidiano la
nostra
anima.
Un’anima
infestata da
pensieri
nocivi, da
ossessioni e
possessioni
– è questa
la triplice
azione
mortifera
perpetrata
da questi
aggressori
psichici –
non tarderà
ad
indebolire
il fisico,
determinandone
la
consunzione
prematura e
l’incapacità
di
rinnovarsi.
Ovviamente è
nostro
dovere agire
per
mantenere
sani i
nostri
sistemi
immunitari,
i quali sono
il riflesso
l’uno
dell’altro.
Quindi come
un’adeguata
alimentazione,
una sana
attività
fisica ed
elementari
pratiche di
profilassi
innalzano le
nostre
difese
contro gli
invisibili
corruttori
del corpo,
altrettanto
dovrebbe
essere posto
in essere
per la
nostra
salute
animica.
Tenersi
lontani
dalla
promiscuità
psichica
della folle,
immergersi
in tempranti
letture,
porsi in
ascolto di
quei suono
capaci di
elevare
l’animo e
allontanare
quanto di
pernicioso
per il
nostro
equilibrio
mentale.
Trattasi,
riassumendo,
di una
corretta
alimentazione
delle
impressioni.
«Sta scritto:
“Non di solo
pane vivrà
l'uomo, ma
di ogni
parola che
esce dalla
bocca di Dio”»
Ecco quindi
che possiamo
vedere la
nostra
terapeutica
sia come una
corretta
alimentazione
sottile,
quel cibo
supersostanziale
di cui
necessità
l’uomo, ma
anche come
quell’intervento
mirato onde
sciogliere
indebite
pressioni e
perniciose
attenzioni.
Dopo
ponderata
riflessione,
tenuto conto
dei
particolari
e funesti
tempi in cui
viviamo,
abbiamo
deciso di
permettere a
tutti i
viandanti
lungo le vie
della
conoscenza
di
partecipare
e di
beneficiare
– nei limiti
del loro
impegno –
alla nostra
catena
terapeutica
del
mercoledì.
Nel caso vi
sia una
richiesta
particolare
inviaci una
mail a
eremitadaisettenodi@gmail.com
descrivendo
l’afflizione
– premetto
che la
persona
dovrà non
solo essere
informata
della
terapeutica,
ma aver
espresso la
sua volontà
di riceverla
– e
motivando
tale
necessità.
Qualora si
intenda
partecipare
a supporto
della
terapeutica
e
raccoglierne
i frutti e
le
benemerenze
spirituali,
si segua
questo
semplice
rituale in
un’ora
compresa fra
il tramonto
e la
mezzanotte:

LA
PRATICA
Si stampi e
si ripassi a
mano il
particolare
simbolo di
cui
all’indirizzo,
esso è il
tramite
grafico che
ti
permetterà
di avere un
collegamento
e un
supporto con
la catena
terapeutica
altrimenti
ermeticametne
chiusa.
Disponi il
simbolo
sotto un
lume, che
accenderai
con un
fiammifero.
Il luogo
dove
eserciterai
questo breve
ma intenso
rituale deve
essere
appartato,
adeguatamente
arieggiato e
precedentemente
purificato
tramite
incenso,
preghiera o
suono di
campanella.
1.
Fare 3 volte
il segno
della Croce.
2.
Porre il
simbolo
sotto il
lume.
3.
Accendere il
lume e fissa
fortemente
la fiamma.
4.
Recitare con
le braccia
conserte sul
petto quanto
segue: “In
princípio
erat Verbum,
et Verbum
erat apud
Deum, et
Deus erat
Verbum. Hoc
erat in
princípio
apud Deum.
Ómnia per
ipsum facta
sunt: et
sine ipso
factum est
nihil, quod
factum est:
in ipso vita
erat, et
vita erat
lux hóminum:
et lux in
ténebris
lucet, et
ténebræ eam
non
comprehendérunt.”
5.
Stendere le
braccia tese
innanzi a te,
con i palmi
delle mani
rivolti
all’esterno.
5.a
se c’è una
persona
sofferente
visualizzarla.
5.b
se non c’è
una persona
sofferente
rivolgere la
consapevolezza
verso il
dolore che
investe ogni
forma di
vita.
6.
Tracciare
mentalmente
o su di un
foglio la
chiave
angelica di
Raphael:

7.
Recitare il
SALMO 40
2
Beatus qui
intelligit
super egenum,
et pauperem: Dominus
in die mala
liberavit
eum.
3 Dominus
conservet
eum, et
vivificet
eum,
et beatum
faciat eum:
et emundet
de terra
animam ejus;
et non
tradat eum
in manus
inimici ejus.
4 Dominus
opem ferat
illi supra
lectum
doloris ejus:
universum
stratum ejus
versasti in
infirmitatem
ejus.
5 Ego dixi:
Dominus
miserere mei: sana
animam meam,
quoniam
peccavi tibi.
6 Inimici
mei dixerunt
mihi mala: Quando
morietur, et
periet nomen
ejus?
7 Et
ingrediebantur
ut viderent;
vane locutum
est
cor eorum,
congregaverunt
iniquitatem
sibi.
Egrediebantur
foras, et
loquebantur
8 simul in
unum.
Susurrabant
omnes
inimici mei adversum
me:
cogitabant
mala mihi.
9 Verbum
iniquum
mandaverunt
adversum
me: Nunquid
qui dormit
non adjiciet
ut resurgat?
10 Etenim
homo pacis
meae, in
quem speravi: qui
edebat panes
meos,
ampliavit
adversum me
subplantationem.
11 Tu autem
Domine
miserere
mihi, et
resuscita
me: et
retribuam
illis.
12 In hoc
cognovi
quoniam
voluisti me:
quoniam non
gaudebit
inimicus
meus super
me.
13 Propter
innocentiam
autem meam
suscepisti
me: et
confirmasti
me in
conspectu
tuo in
aeternum.
14
Benedictus
Dominus Deus
Israel a
saeculo, et
in saeculum:
fiat, fiat.
8.
Concludere
con una
preghiera a
cui si è
particolarmente
legati e che
sia
complementare
a questo
particolare
lavoro.
9.
Spegnere il
cero.
10.
Fare 4 volte
il segno
della Croce.