I Salmi
rappresentano
uno
strumento
fondamentale
rituale del
Nostro
Ordine. E'
questo uno
strumento
sempre
richiesto
dalla nostra
particolare
Opera e
trova
collocazione
sia
nell'unitario
e corale
rituale
giornaliero,
sia nelle
pratiche
accessorie e
complementari
a
disposizione
di alcuni
fratelli
dalle
necessarie
caratteristiche
spirituali.
Posso
affermare
come
l’iniziato
trovi i
Salmi in tre
momenti del
suo viatico
all'interno
del Nostro
Ordine
Martinista.
1.
Ingresso
nell’Ordine.
La prassi
prevede un
periodo di
calcinazione[1]
morale
determinato
dalla
pratica
della
cosiddetta “meditazione
dei 28
giorni”, a
cui segue
l’orazione
dei “Salmi
penitenziali”[2].
Al termine
di tale
periodo
probatorio
il bussante
potrà
accedere, se
ritenuto
idoneo, alla
particolare
e rituale
associazione
martinista:
essa è il
primo
scalino
della
piramide
iniziatica
dell’Ordine[3].
La
meditazione
dei 28
giorni ha
principalmente
due
obiettivi.
Il primo è
quello di
offrire al
postulante
uno
strumento
maggiormente
incisivo
nella presa
di coscienza
e riduzione
dell’ego
mondano. Il
secondo è
quello di
dare una,
seppur
parziale,
visione di
quello che
sarà il
lavoro di
continua
osservazione
e
purificazione
interiore.
La recita
dei Sette
Salmi
penitenziali
è rivolta ad
una
duplicità di
obiettivi.
Il primo è
fornire un
assaggio di
quella che
sarà la
pratica
giornaliera
nell’uso dei
Salmi. Il
secondo di
cimentarsi
con uno
strumento
sicuramente
più incisivo,
a livello
sottile,
della
meditazione
dei 28
giorni.
2.
La vera
centralità
dei Salmi,
lungo il
sentiero
martinista,
trova
momento
apicale nel
rituale
giornaliero.
Il rito
giornaliero
è la pietra
d’angolo su
cui si basa
l’opera
martinista.
La sua
funzione
primaria è
quella di "unire
psichicamente"
tutti i
membri
dell’Ordine
… “Ut unun
sint” …,
tramite la
corrente
magica e
spirituale
dell’Eggregore
Martinista.
Esso è
l’agente
psichico che
unisce tutti
i fratelli,
distribuisce
meritocraticamente
le energie e
offre
ristoro e
protezione[4].
L’iniziazione
martinista
conduce
l’uomo di
desiderio
all’interno
di una
fratellanza
spirituale,
il rito di
luna nuova
lo monda e
ristora e il
rito
giornaliero
dà senso e
vita alla
sua
aspirazione
spirituale.
La
successione
dei tre
Salmi, che
costituiscono
la parte
centrale del
rituale,
senza
scendere
ovviamente
nel
dettaglio,
hanno
proprio come
finalità
quella di
costituire
sostanzialmente
e realmente
la catena di
forza e
d’amore
martinista.
Inoltre
attraverso
la funzione
di
collegamento
dell’Eggregore,
che trae
vitalità
anche dal
rito
giornaliero,
abbiamo il
collocamento
del
martinista
all’interno
di un
perimetro
energetico e
magico atto
a
preservarlo,
a
rinvigorirlo
e
supportarlo
nella sua
azione
iniziatica.
Con il primo
Salmo
l’iniziato è
posto al
centro di
una
fratellanza
sacerdotale,
attraverso
il secondo
viene
fornito di
quella “protezione”
necessaria
onde
preservarlo
dagli agenti
di
prevaricazione
e dai falsi
fratelli e
con il terzo
salmo, dopo
il
riconoscimento
iniziale e
la lotta
successiva,
ha la
possibilità
di accedere
ai doni
spirituali
(in guisa
della
propria
capacità di
comprensione
e di
assorbimento).
3.
Vi sono
inoltre
delle
pratiche
accessorie e
nella
disponibilità
di alcuni
Superiori
Incogniti
Iniziatori[5]
legate
all’uso
magico dei
Salmi.
Queste
pratiche, a
carattere di
protezione e
terapeutica,
trovano
sviluppo
attorno
all’uso dei
Salmi
inseriti
all’interno
di veri e
propri
rituali non
essenziali
nella
progressione
iniziatica
del singolo,
ma riservati
a quei
fratelli e
quelle
sorelle che
dimostrano
la
particolare
inclinazione
necessaria.
L’impiego di
queste
operazioni è
eccezionale
e secondario
nella vita
operativa
del
martinista,
risultando
un utile
corredo che
potrà essere
impegnato
proficuamente
solamente
qualora la
pratica
rituale
giornaliera
e mensile
sia
doverosamente
e
puntualmente
svolta.
Questi Salmi
sono
raccolti
all’interno
di
sacramentari,
e vivificati
dalla
tradizione e
dal loro
utilizzo
nelle
apposite e
riservate
catene. Ad
esempio nel
Sovrano
Ordine
Gnostico
Martinista
trovano
collocazione
in parte nel
Libro “Aleph
II”
riservato
agli
Iniziati, e
nel Libro
“Shin”
riservato
agli
iniziatori.
Nel
primo libro
i Salmi sono
il cuore
pulsante di
pratiche
teurgiche
guidate
dalla
potenza
angelica
corrispondente
all’ora e al
giorno
magico in
cui si
opera. Nel
secondo
libro sono
strutturati
all’interno
di rituali
sacerdotali
aventi come
finalità
quella della
sacralizzazione,
degli
esorcismi,
di rituali
di bando e,
soprattutto,
dell’ufficio
del Culto
Divino.
Ritroviamo i
Salmi nella
disponibilità
accessoria
anche del
semplice
associato a
questa forma
di
Martinismo,
e nello
specifico
nelle catene
di
protezione e
nella
terapeutica
(ovviamente
sempre sotto
il governo e
la guida del
Superiore
Incognito
Iniziatore o
del Maestro
dell’Ordine).
Per m
Per Maggiori
approfondimenti:
Salmo 1;
Salmo
133(132);
Salmo
134(133)
[1] La calcinazione è un termine, noto fin dai tempi dell'alchimia, che definisce un processo di riscaldamento ad alta temperatura, protratto per il tempo necessario ad eliminare tutte le sostanze volatili da una miscela solida o da un singolo composto.
[2] Pratica, questa descritta, sicuramente in uso nel Sovrano Ordine Gnostico Martinista.
[3] Associato Incognito, Iniziato Incognito e Superiore Incognito (taluni Superiori Incogniti, dotati delle necessarie qualifiche, sono innalzati a Superiori Incogniti Iniziatori)
[4] Affinchè l’eggregore sia reale e stabile deve essere necessariamente stato creato attraverso un Nome, una Cifra e un Sigillo. Questa triplice conditio sine qua non permette al Maestro dell’Ordine di governare proficuamente le energie ed incanalarle laddove sia necessario. Ovviamente l’Eggregore si alimenta delle pratiche e dei pensieri dei Fratelli, creando una proficua osmosi.
[5] Il grado più elevato della scala martinista.

SEZIONE
"CULTO
DIVINO"