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“Se
il centro
della croce
è
considerato
come il
punto di
partenza
delle
quattro
braccia,
esso
rappresenta
l’Unità
primordiale;
se invece lo
si considera
come il loro
punto di
intersezione,
non
rappresenta
che
l’equilibrio,
riflesso di
questa Unità.
In questo
secondo
significato,
è designato
cabalisticamente
mediante la
lettera Schin,
la quale
posta al
centro del
tetragramma הוהי,
le cui
quattro
lettere
figurano
sulle
quattro
braccia
della croce,
forma il
nome
pentagrammatico הושהי,
sul
significato
del quale
non
insisteremo
qui, non
avendo
voluto che
segnalare
questo dato
di sfuggita.
Le cinque
lettere del
Pentagramma
si pongono
alle cinque
punte della
Stella
Fiammeggiante,
figurazione
del Quinario,
che
simboleggia
più
particolarmente
il
Microcosmo o
l’uomo
individuale.
La ragione
di questo è
la seguente:
se si
considera il
Quaternario
come
l’Emanazione
o la
manifestazione
totale del
Verbo, ogni
essere
emanato,
sottomultiplo
di questa
emanazione,
sarà
ugualmente
caratterizzato
dal numero
quattro;
esso
diventerà un
essere
individuale
nella misura
in cui si
distinguerà
dall’Unità o
dal centro
emanatore, e
abbiamo
appena visto
che questa
distinzione
del
Quaternario
dall’Unità è
precisamente
l’origine
del Quinario. “
(Guénon
Osservazioni
sulla
Produzione
dei Numeri. . Pubblicato
in La Gnose,
giugno-luglio-agosto
1910 con lo
pseudonimo
Palingenius,
inserito
nella
raccolta
postuma René
Guénon, Melanges (Gallimard,
1976).
Pubblicato
in italiano
sulla Rivista
di Studi
Tradizionali n°
34,
Gennaio-Giugno
1971 e
presente
nella
raccolta
René Guénon, Il
Demiurgo, Adelphi,
2007. )
Carissimo e
paziente
lettore seppur
non desidero
qui
attardarmi
attorno ad
una
trattazione
filosofica
della
formula
pentagrammatica,
in quanto su
di essa ho
già scritto[1],
ritengo
utile
fornire
qualche
delucidazioni
attorno alla
sua natura
per meglio
progredire
lungo la via
della
pratica.
Abbiamo
visto in
precedenza
come la
formula
tetragrammatica
rappresenti
il
dispiegamento
polare della
manifestazione,
in funzione
non
dissimile
dal
riverbero
che dal
mantra om
conduce ai
bija mantra
dei cinque
elementi:
Una lettera
un elemento
e una
lettera un
parte del
nostro corpo.
Operando
ciclicamente
è possibile
riattivare
un ciclo
energetico
virtuoso e
catalizzare
quelle
influenze
naturali che
in numero e
potenza sono
presenti
anche in noi.
Il passaggio
dalla
formula
tetragrammatica
a quella
pentagrammatica
non è
lineare, non
rappresenta
un docile
sviluppo
della prima
verso la
seconda.
Esso, bensì,
si
concretizza
attraverso
una rottura,
un
frazionamento
evidente e
potente. La
Schin
irrompe
nella
formula
tetragrammatica
ponendosi al
centro della
medesima.
Qualcosa,
amico mio, a
livello
operativo
vorrà pur
rappresentare.
L’irruzione
della
ש
all’interno
del nome
tetragrammatico,
in genere
rappresentata
con un vivo
rosso, non
simboleggia
il fuoco
trasmutativo
o se
preferiamo
il quinto
elemento che
cala nella
ferrea
manifestazione[2].
Attraverso
questo fuoco
divino gli
elementi
grossolani
trovano
prima
purificazione
e
successivamente
sono
innalzati ad
un livello
vibrazionale
superiore.
Nel
martinismo è
detto che
prima della
reintegrazione
nel divino è
necessaria
la
reintegrazione
individuale.
Ecco quindi
che
solamente il
“fuoco” può
operare
congiuntamente
un’azione di
purificazione
e saldatura:
rendendo ciò
che è diviso
nuovamente
unito.
Solamente
attraverso
la viva
fiamma
possiamo
rendere
plasmabile e
modellabile,
ciò che è in
apparenza
duro ed
inutilizzabile.
Certo è
necessaria
perizia.
Certo è
indispensabile
avere di
cosa
alimentare
il fuoco (le
energie a
cui sempre
aneliamo).
Certo è
necessario
possedere un
modello di
riferimento
(le immagini
archetipali
trasmesse
dall’arte
sacra e dal
simbolo).
Qualora
siano
presenti
tutte queste
necessità è
possibile
operare
sapientemente,
in assenza
di una sola
di esse
siamo
condannati
alla rovina.
Ecco quindi
che possiamo
vedere la
catabasi
della
ש
come quel
movimento
salvifico e
redentore
che
investendo
la
manifestazione
permette la
sua
reintegrazione
con il mondo
divino da
cui è
separata.
Questa,
amico mio, è
una
cristallina
prospettiva
gnostica,
l’unica in
grado di
unificare,
attraverso
la laboriosa
pratica,
ogni scibile
filosofico e
tradizione
sapienziale.
In quanto la
gnosi nasce
dalla
comprensione
delle leggi
e delle
misure di
questo mondo
e dal lavoro
che viene
intrapreso
per elevarci
oltre tali
costrizioni.
La semplice
osservazione,
la madre di
ogni
fruttuosa
conoscenza,
ci permette
di
apprendere
come su
questo piano
la presenza
o l’assenza
di calore
genera un
cambiamento
di stato.
L’acqua
sottoposta
all’azione
del fuoco si
trasforma in
vapore
(legato
quindi
all’elemento
aria).
L’assenza di
calore
determina il
passaggio
dell’acqua
allo stato
solido (elemento
terra) del
ghiaccio.
Così come
l’assenza di
calore
determina il
passaggio
del vapore
in acqua e
così
continuando.
Se la legge
del
quaternario
inferiore
risponde a
questa legge
della fisica,
allora in
forza del
precetto
ermetico di
come in
basso così
in alto e
come in alto
così in
basso, è
attraverso
il fuoco
spirituale
che gli
elementi
quaternari
trovano la
loro
sublimazione.
Ecco quindi,
mio
carissimo
amico, che
la semplice
pratica che
ti andrò a
proporre
altro non
sarà che
volta alla
rettificazione
degli
elementi
nostro
microcosmo.
Esercizio:
Stenditi
nella
posizione
del morto
oppure siedi
nella
posizione
del faraone.
1. Disloca
la tua
attenzione
sulla zona
intracigliare
e fai
vibrare la
Schin e a
seguire la
Iod.
Immagina una
forte luce
rossa
pulsante che
brilla nel
tuo cranio,
dissipando
ogni
tumorale
pensiero che
infesta la
tua mente.
2. Disloca
la tua
attenzione
sulla forma
del tuo
corpo e fai
vibrare la
Schin e a
seguire la
Hé. Immagina
una forte
luce rossa
pulsante che
investe il
tuo corpo,
donandogli
energia e
risanando le
sue ferite.
3. Disloca
la tua
attenzione
sui tuoi
polmoni e
sul tuo
cuore e fai
vibrare la
Schin e a
seguire la
Vau.
Immagina una
forte luce
rossa
pulsante che
brilla in
questi
organi,
donando loro
forza e
nutrimento.
2. Disloca
la tua
attenzione
sui fluidi
del tuo
corpo e fai
vibrare la
Schin e a
seguire la
Hé. Immagina
una forte
luce rossa
pulsante che
si irradia
nella
corrente del
tuo sangue
in ogni
anfratto del
tuo corpo,
donando
fluidità e
purezza.
Ripeti più
volte questo
ciclo di
mantralizzazione,
indugiando
laddove
avverti
resistenza o
necessità.
Comprenderai,
mio buon
amico,
adesso la
necessità di
apprendere i
rudimenti
del mito,
della
filosofia e
della
religione.
Tutto ciò
per fornirti
quell’indispensabile
substrato
concettuale
e simbolico
che possa
esserti di
utilità e di
leva
moltiplicativa
durante la
pratica.
[1] “Martinismo e Via Martinista” edizioni Lulu. Oppure si consulti www.martinismo.net
[2] Gli gnostici correttamente vi leggono la discesa dell’Eone Cristo all’interno della creazione demiurgica. Eone Cristo che ha funzione di portare il messaggio che redime e libera.